La vendetta è un sentimento subdolo, ti divora dentro, ti lacera l’anima, non ti fa più vedere la luce. Eppure, nel tunnel in cui si è ritrovata imprigionata la protagonista di questo romanzo, nuovo componente della famiglia Wright, grazie a questa meravigliosa famiglia della quale è entrata a far parte, ha potuto scorgere nitidamente quella luce che le ha permesso di uscirne, di salvarsi.
Quarto capitolo della Dinastia Wright, che narra la storia della figlia acquisita della famiglia Wright, una giovane donna che ha subìto colpi duri, forse letali, ma che ha ricevuto un’immensa fortuna, l’amore di una vera famiglia, la felicità pura, sublime, che le ha concesso di risolvere i suoi problemi, sebbene una piccola ombra veli il suo cuore: l’impossibilità di lasciarsi andare all’amore fisico, perennemente traumatizzata dalle sue tragedie adolescenziali.
Tuttavia la narrazione non s’incentra essenzialmente sulla sua riuscita, il tempo del romanzo inizia quando questo tunnel è stato abbandonato, bensì si basa sulla storia personale dell’uomo che incontrerà, un uomo ancora confinato nel suo tunnel personale. Nessuna luce spunta da esso per potersene liberare, il buio e il vuoto pilotano e divorano la sua esistenza, la sua anima.
Ma conoscendo la piccola Wright, un dolce e fragile essere molto più giovane di lui, ma grande, con un cuore sconfinato, incantevole, man mano potrà cominciare a distinguere i primi bagliori, fintanto che quella luce non diventerà accecante. Egli vedrà distintamente il percorso per poter uscire, raggiungere quell’uscita in cui c’è lei che lo attende, disposta ad aiutarlo, ad amarlo, a fargli comprendere che la vendetta, oltre ad aver un prezzo troppo alto per la sua anima che sarà quindi dannata per sempre, pur espletandosi non può aiutare a dimenticare, al contrario, può inabissare, distruggere quella stessa anima per essersi votata, venduta al male.