Per me la favola è l’Amore, non si può scrivere una favola al cui interno non sia presente Amore… ogni creatura magica è innamorata, è nata dall’Amore, ed è l’Amore che crea la Magia, apre le porte della Magia del Cuore.
Non so se sia stato un sogno, talvolta ancora ci rifletto su, perché quell’uomo magico, ed era veramente magico, si è dissolto d’improvviso, come d’improvviso è apparso nella mia vita.
Non ha mai voluto dirmi il suo nome. “Chiamami come più desideri”, con un sorriso mormorava. Ed io vivevo d’incanto e di meraviglia, perché quel sorriso pareva risplendere, era come se riuscissi a vedere un rilucente bagliore tutto attorno al suo corpo, forse riuscivo a vedere la sua aura… quei due mirifici occhi che scintillavano d’intensa luce riverberante, proprio come quella delle Stelle.
Spesso ho pensato che realmente venisse dalle Stelle, un alieno? Boh, e chi lo sa… quello che so è che mi ha insegnato a guardare il cielo, ad innamorarmi delle Stelle, quante cose sapeva, quante cose mi raccontava… sulle Stelle. Alcune vere, alcune erano fantasie, credo, ma ora non lo so più.
Diceva che tutti veniamo dalle Stelle, che siamo fatti di polvere di Stelle, ed in un certo senso è vero… di fatto proveniamo dall’enorme “botto” cosmico, il cosiddetto Big Bang che ha generato l’Universo, e poi la vita. Però mi parlava di un portale, attraverso cui si poteva spostarsi da un Universo all’altro, Universi paralleli, sovrapposti. Non esiste soltanto quello che conosciamo, quello che tocchiamo.
Mi parlava di mondi fantastici, dove le creature di qualunque fattura sono trasparenti e si attraversano l’un l’altra, passano attraverso le cose e volano… volano e addirittura volteggiano in quell’atmosfera eterea, dalle sfumature celestine e soffuse, quasi sfocata, alcune di esse hanno le ali, altre sono mere sfere di luce, od altre ancora con un larghissimo sorriso magico come il gatto di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, lo ricordate?
Ogni volta che ne vedo l’immagine ci ripenso, chissà se anche Carroll è stato in uno di questi mondi, e da lì è nata tutta la sua fantasia… Io non ci sono mai stata, credo… ho solamente qualche sprazzo di spontanei viaggi in astrale, ciò che è vivido nella mia memoria sono quei racconti.
Non so se mi abbia concretamente portata in uno di quei mondi magici, e poi, come di regola, con una sorta d’incantesimo abbia fatto in modo che io lo dimenticassi, lasciandomene solo il sapore, il sentore, lo stimolo viscerale di viverlo e riviverlo, inconsciamente, nel mio mondo.
Tante volte mi sono chiesta se quanto mi raccontava non fosse altro che un puro espediente per affascinarmi, per stregarmi, per sedurmi… eppure se fosse stato tale il suo scopo, sicuramente sarebbe ancora qui, con me, mi avrebbe baciata almeno una volta e mi avrebbe stretta, ed io sarei totalmente pazza di lui. Ma mi aveva stretta di Amore, di calore. Mi aveva ridato la Speranza.
Forse è dovuto tornare a casa sua, forse quel poco tempo che gli era stato concesso era terminato, ma in quel pochissimo tempo, che ha dedicato a me, e soltanto a me, mi ha donato un qualcosa di impagabile, di introvabile. Forse da quella Stella su cui abitava mi aveva vista, mi aveva amata, desiderava aiutarmi… aveva scorto la mia nostalgia, le mie deperite speranze, l’abnorme disillusione nell’aver preso coscienza della crudezza del mondo reale, sopita dal disincanto.
Avevo bisogno di magia, avevo bisogno di sogni.
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Più di una volta, rammento, le sue parole… “Ritrova la tua magia, ritrova Te.” Diceva che l’avevo persa, che il mio attuale stato d’animo fosse una specie di sacrilegio, che ero nel mondo per cospargerlo di sogni, ridestare sentimenti puri, mi diceva che avevo smarrito la strada la mia missione, che avevo mancato alla mia promessa. E grazie a lui, come in un incanto, mi sono risvegliata. Ritrovata.
“L’Uomo che vive sulla Stella che non c’è”, così lo chiamavo… ora lo chiamo Angel, è il mio Angelo Custode.
© Christine Kaminski | Vietata la riproduzione senza consenso scritto